mercoledì 28 marzo 2018

Marzo 1978

Sono passati 40 anni da allora, ma ricordo quel periodo e quei giorni come fosse ora .
Frequentavo la terza liceo allo scientifico Galileo Galilei di Erba, erano gli anni settanta, gli anni dell'impegno politico, io non avevo le idee molto chiare, e non avevo ben deciso dove stare, se a destra o a sinistra, ma quando si seppe la notizia che Aldo Moro era stato rapito e i membri della sua scorta uccisi senza pietà da un commando delle Brigate Rosse tutti noi fummo profondamente colpiti.
Intuivo che l'avvenimento era gravissimo dal punto di vista politico, ma, oltre a quello, pensavo alle famiglie di quelle persone, a quei ragazzi  che avevano perso il padre, non riuscivo a capacitarmi della crudeltà dell'evento.
Il giorno dopo, i ragazzi di quinta indissero un'assemblea straordinaria per discutere di quello che era successo, e così, a modo nostro, tentare di capire i motivi, le conseguenze politiche, intuendo che questo fatto avrebbe cambiato tutto, non ci capivo molto, ma era ovvio che questo fatto ci coinvolgeva tutti.
Si sentiva già la primavera, e l'assemblea la facemmo nel campetto di pallavolo, si stava bene senza cappotto e si sentiva nell'aria il profumo dell'aglio selvatico. Allora, il liceo Galilei era ancora a Villa Amalia e c'era un parco bellissimo. Ho tutti questi particolari in testa vivi come li potessi toccare.
Anni duri, gli anni di piombo.
Però, per noi, erano gli anni della spensieratezza, delle amicizie, dei primi amori.  Gli anni in cui hai  la sensazione di poter fare qualsiasi cosa .
Io a scuola ero una vera schiappa perché non studiavo, e di questo mi dispiace, ma sono grata a quel periodo per ogni persona che ho conosciuto, per i molti insegnanti che mi hanno dato tanto anche dal punto di vista umano , per le gite, le settimane bianche, per i mille ricordi bellissimi che spesso ancora adesso mi fanno sorridere.
Nel condividere questo post su Facebook, taggherò i miei amici , che così potranno confermarmi che queste cose siano davvero accadute, perché a volte, dopo così tanti anni, non sei del tutto sicuro se sia così o se le hai solo sognate.
Ciao a tutti

venerdì 11 marzo 2016

A Milano con la Barbie




Questa è l'ultima settimana della mostra "Barbie - the icon " al Mudec a Milano, e io non me la potevo certo perdere.
Barbie fa parte della mia infanzia, ci sono molti ricordi che sono legati a questa bambola che chiamare bambola è quanto meno riduttivo.
Che poi io ho avuto prima la Skipper e mia sorella la Francie, che erano la sorellina e la cugina della Barbie, che ci portavamo praticamente dappertutto, all'interno della loro valigetta-armadio: quando andavamo a giocare dalle amiche, in vacanza, a Milano dalle nonne, mi ricordo che una volta mia mamma si era impuntata di farcele lasciare a casa prima di partire per un weekend a Bormio, e noi le abbiamo nascoste all'ultimo momento nel borsone delle scarpe, con indosso naturalmente il loro outfit da neve.
La Barbie l'avevo avuta in un secondo tempo, quando forse già avrei dovuto smettere di giocare con le bambole, e invece mi divertivo ancora moltissimo, arricchivo sempre di più il suo guardaroba, ricordo di averle anche fatto dei vestitini , in particolare un pull azzurro all'uncinetto che era un amore. Sempre supersobrio come piace ancora adesso a me, naturalmente.
La primissima Barbie, quella del '59, con il costume di maglia righe, la coda di cavallo,le gambe rigide e l'espressione un po' inquietante, l'aveva invece la mamma di una nostra amica, e ne era molto gelosa, la teneva in camera sua e noi bambine potevamo solo guardarla. Una grande, la signora Guarnieri, esempio di stile ed eleganza.


Così, stamattina ho preso il treno e sono andata a Milano, ho preso la 50 in via Carducci, sono scesa in via Foppa angolo via California, qui al volo la 68, sono scesa al capolinea (4 fermate) ed eccomi in via Tortona.
 Se non ho fretta, preferisco sempre prendere i mezzi di superficie, che ti permettono di godere appieno la città, oggi poi era una bella giornata e nonostante il freddo si sente già un po' di primavera.
La mostra è stupenda, divisa in diverse sezioni. Nella prima, si trovano 7 pezzi iconici che rappresentano le diverse decadi dalla sua nascita ad oggi, ed è curioso osservare come è cambiata a seconda di come sono cambiati i canoni di bellezza attraverso gli anni .
 In un'altra si trovano le bambole con i vari abiti, anche questa divisa per decadi : quelle che ho apprezzato di più sono state le prime, quelle degli anni 60 perché sono quelle con le quali ho giocato, e poi quelle degli ultimi anni , ci sono degli esemplari magnifici.
Poi ci sono le Barbie ispirate al cinema, alle attrici,ai personaggi famosi, alle regine, con abiti sfarzosi e curatissimi nei particolari.
Poiché Barbie è una donna indipendente e sicura di sé, nel corso degli anni ha fatto ogni genere di lavoro: medico, hostess, insegnante di aerobica, astronauta, cantante pop e quindi un grande pannello le mostra tutte nella loro tenuta lavorativa.
A seguire, la Barbie nel mondo, 50 pezzi con gli abiti tipici di ogni nazione.
Spazio è stato dato anche ad amici e parenti di Barbie, e naturalmente al suo fidanzato, Ken, ma attenzione: Barbie non è mai stata sposata .
E infine il mondo di Barbie : la casa, la piscina, il camper, il cavallo... Pensate che c'è anche la prima House of  Barbie" una specie di grande scatola di cartone con mobili e accessori ...
Sono uscita con una gran voglia di tirare fuori quelle valigette-armadio con le mie vecchie amiche e i loro vestiti...
 Se anche voi avete avuto questa passione, non dovete perdervi la mostra ,dura solo fino a domenica 13 marzo !!!
Ho fatto un centinaio di foto, anche se non certo di qualità, ve ne posto qualcuna !


Questo vestito ce l'avevo ! Forse 1967



collezione denim 2015
collezione denim

Little dress coat, 2016

La Barbie Malibu, 1971

Il primo vestito della mia Barbie !!!


La House of Barbie che vi dicevo
Abiti della prima Barbie


Rossella O'Hara


lunedì 10 agosto 2015

Tunnel de Parpaillon

Sabato 8 agosto
Mentre eravamo a pranzo a La Condamine al Cina viene in mente di fare il tunnel di Parpaillon, che "casualmente" si prende proprio da qui.
Infatti,  dopo 12,5 km di strada sterrata, ci si trova di fronte il tunnel, costruito tra il 1891 e il 1911 dall'esercito francese a quota 2640 m.
Inutile dire che quello sterrato fatto in due con una maxienduro è alquanto impegnativo, per il Cina che deve tenere la moto e per me che devo starci sopra !!! 
Dopo mezz'ora circa, fatto l'ultimo tornante eccolo lì,  un buco nella montagna, che mette un po i brividi e nello stesso tempo ti attira fortemente.
Mentre lo stiamo prendendo, escono due motociclisti francesi entusiasti, uno di loro si accosta a noi e dà delle dritte al Cina, che tanto non capiamo niente e quindi partiamo alla cieca, anche perché dentro non c'è illuminazione ed è molto stretto, in piu ci sono pozzanghere profonde e scivolose: 500 m di adrenalina pura, insomma ci si caga addosso parecchio.
Una volta usciti, l'entusiasmo è grandissimo, l'esperienza è molto forte e coinvolgente !
Dopo esserci fermati a metabolizzare  e fumare una sigaretta, cerchiamo di ripartire... ma la moto non parte !!! Panico ! Invece no, si vede che era emozionata anche lei è poi si è ripresa. E così giù ancora per uno sterrato di ancora 12km fino a La Chalp, dove facciamo la sosta gelato per me è birra per il Cina.
Ci avviamo verso il col de Vars e arrivati qui nuvole minacciose promettono pioggia, quindi ci mettiamo le tute antiacqua e ci prepariamo a farci tutto il Colle della Maddalena e il resto della strada tutto sotto l'acqua !!!
Arrivati in albergo doccia bollente e..... via, verso nuove avventure !  :D

Col de la Bonette

Sabato 8 agosto

Stamattina non c'è una nuvola e fa caldo quindi ci alziamo di buon'ora -senza esagerare- e decidiamo di fare un bellissimo giro in moto verso la Francia, al Col de la Bonette.
Il Col de la Bonette, 2715m, è uno dei valichi stradali più alti d'Europa, e l'itinerario per raggiungerlo da qui ( Pietraporzio, Cuneo, vedi post precedente) è altamente spettacolare.
Scendiamo a Vinadio e prendiamo la strada per il Col della Lombarda, 2351m, la strada tutta a curve per raggiungere il passo è molto emozionante da fare in moto ed è  facile scorgere marmottine curiose ai lati.
Raggiunto il passo si sconfina in Francia, si passa Isola 2000 che è una specie di villaggio sportivo non particolarmente bello direi anzi fa proprio un po schifo, dove ci sono gli impianti sciistici. Poi si scende a Isola, che invece è molto carina, e si sale la Val de la Tinèe, che con belle curve e paesaggi spettacolari porta al Col de la Bonette da dove si gode di un panorama mozzafiato sulle Alpi marittime. Qui volendo si può salire a piedi alla Cima della Bonette, appena sopra, cosa che noi non abbiamo fatto perché siamo dei pigroni.
Goduto del panorama è scambiati i saluti di rito con gli altri motociclisti,  si comincia a scendere, sulla strada che in 23 km ci porterà a Jausiers,  dove soddisfatti ci beviamo un bel Pastis per aperitivo: siamo o non siamo in Francia ???.
Sosta pranzo a La Condamine Chatelard,  verso il col de Larche,  con salade de chêvre chaud et lardons. Fa molto caldo ma siamo molto soddisfatti.
E nel pomeriggio. ... stay tune.


domenica 9 agosto 2015

Rifugio Laus e lago di San Bernolfo

Venerdi 7 agosto

Stamattina ci svegliamo belli carichi ed è una stupenda giornata così decidiamo di fare andare un po le gambette e raggiungere il rifugio Laus,1930  m. È una passeggiata tranquilla, 45 minuti con un dislivello di soli 200 m, va bene per noi che allenamento zero.
Così raggiungiamo con la moto il paesino di sanBernolfo e ci incamminiamo

sembra il bosco delle fate ! Dopo un quarto d'ora siamo già scoppiati però stoici proseguiamo, di minuti ce ne mettiamo 50 
e arriviamo con la lingua fuori !!! 
a 5 minuti dal rifugio c'e il lago di San Bernolfo che e spettacolare , riusciamo a puciare i piedi nell'acqua bella fresca e ci sdraiamo a prendere il sole.
Alle 12,30 ritorniamo al rifugio perche la passeggiata ci ha messo una bella fame: polenta e spezzatino, polenta e formaggio.
Al ritorno, scendiamo dal sentiero naturalistico,è piu stretto e piu lungo ma anche piu dolce.
Come prima escursione, siamo largamente soddisfatti.
Alla prossima!

giovedì 6 agosto 2015

Pietraporzio e dintorni

La mattina di giovedì partenza ore 8 supercarichi : sembra che dobbiamo andare a Ulan bator e non in un paesino semisperduto sulle montagne piemontesi !!!
Il paesino è Pietraporzio,   in Alta valle Stura di Demonte,  a pochi km dal confine con la Francia , sì lo so che non l'avete mai sentito nominare, e neanch'io prima, anche se in queste valli,  dal 2006 ad adesso ci siamo venuti parecchie volte, magari di ritorno dalla Francia, perché ci sono posti bellissimi,  poco frequentati,  strade tortuose stupende da fare in moto e molte escursioni da fare a piedi (ma anche no: quest'anno non siamo molto allenati).
Pietraporzio è molto carino, pieno di fiori e di orti, in mezzo scorre il fiume che forma un piccolo lago artificiale, si respira un' aria tranquilla e la gente è molto cordiale. Anche l'albergo è grazioso, con camere semplici ma comode e arredate con gusto e si mangia molto bene .

mercoledì 22 luglio 2015

Elio Fiorucci


 
Da più di un mese volevo scrivere questo post, intitolandolo " Elio Fiorucci ha compiuto 80 anni", poi come al solito , proverbiale la mia propensione al rimando, sono arrivata fino all'altro ieri, quando è arrivata la notizia della sua scomparsa. E' stato come se se ne fosse andato un vecchio amico, un pezzo di storia della nostra vita, una persona che rimandava un'immagine di energia e serenità, di voglia di scoperta e di non fermarsi mai.
Elio Fiorucci, il simbolo della rivoluzione del costume degli anni 70 !!!L'icona dello steet style, il Maestro in assoluto !
La prima cosa marcata Fiorucci che ho avuto è stato un paio di stivaletti rossi per la pioggia, comprati quando ero una bambina nel negozio di pantofole della famiglia Fiorucci, che si trovava in via Torino, a Milano naturalmente, a due passi dalla casa dei miei nonni in piazzetta Santa Maria Beltrade (vedi post "Vecchi ricordi" su questo blog, il link non son stata capace di metterlo ). Fino ad allora gli stivali per la pioggia erano neri e tristi, ma lui, con il suo entusiasmo per i colori, aveva voluto cambiare ed era stato un grande successo .
Nell'estate della terza media andai in vacanza con i miei a Ostuni, in un villaggio vacanze, dove avevamo fatto una grande grande compagnia di ragazzi dai  12 ai 19 di ogni parte d'Italia, era stato molto stimolante conoscere tante persone e passare insieme quasi giorno e notte praticamente... sì perché a dormire ci si andava il più tardi possibile ( anche se allora le due di notte era come fare mattino) e la mattina mia mamma mi sbatteva giù dal letto perché alle 9 c'era la lezione di equitazione. Vabbè ma questa è un'altra storia. Ma ho parlato di questa vacanza perché tutti, fossero di Roma, di Firenze, di Genova , tutti indossavano jeans Fiorucci. Io, che portavo ancora i Levi's, mi sono sentita punta nell'orgoglio !!! Ma come, io che abitavo così vicino a Milano non mi ero accorta del cambiamento ?!?
Recentemente ho letto che Bruce Springsteen nel decidere quali oggetti simbolo della sua personalità dare al Metropolitan di New York optò per una chitarra e per i suoi blue jeans Fiorucci .
Comunque, appena tornati a casa, ho obbligato mia mamma ad accompagnarmi nel negozio di via Passerella a comprarmi un paio di jeans e.... wow !!! quel negozio !!! Era come essere in paradiso !!!
Appena entrato venivi avvolto dai colori, dalla musica, dai profumi, c'erano piante ricadenti, insomma non era solo un negozio, ma molto, molto di più !!! Fiorucci aveva portato a Milano lo spirito libero e trasgressivo dei negozi londinesi di King's road e Carnaby Street !Comprati quegli strepitosi jeans sono stata assolutamente rapita , e in pratica mi sono vestita Fiorucci dalla testa ai piedi per tutti gli anni del liceo.
Ci andavo spesso con la mia amica Monica, e non era solo comprare, ma anche fonte di ispirazione ! Fiorucci metteva in vendita gli zoccoletti da pin-up anni sessanta? E noi rubavamo quelli che le nostre mamme avevano archiviato ( rischiando le caviglie peraltro). Vedevamo borse fatte con cestini di vimini? A casa ho preso il cestino che mio nonno usava per andare a pescare, l'ho laccato di rosso con la vernice spray, messo un cannetè come tracolla e voilà. E poi guanti e calze colorate, li vedevamo e li facevamo o li facevamo fare. Credo che una parte di merito ( o demerito) del lavoro che faccio adesso vada proprio alle continue frequentazioni dei suoi negozi di Milano.
E in questi negozi era facile fare dei begli incontri ! Un pomeriggio d'estate, mentre  mia sorella stava provando un vestito fatto con la tela degli strofinacci, abbiamo sentito "ciao Loredana !" ed è arrivata  Loredana Bertè, avrà avuto 25 anni, splendida , abbronzatissima, con quei magnifici capelli ricci e lunghi, l'abito rosso zingaresco, zeppe di corda e arie da diva. Era l'estate di "Sei bellissima " mi sembra di ricordare.
Detto tutto questo, posso solo dire un immenso grazie a Elio Fiorucci, che ci ha regalato tanta allegria, tanto colore, che ci ha insegnato che la moda non è solo acquistare un outfit firmato ma giocare, mescolare, fino ad arrivare ad uno stile che è solo tuo e parla di te . La moda è espressione.
A chi gli ha chiesto, in occasione del suo 80esimo compleanno, quali fossero i suoi programmi per il futuro, ha risposto candidamente "Continuerò a guardare il mondo con occhi da bambino ".
E penso che continuerai a farlo, ovunque tu sia .
Grazie di tutto, Elio Fiorucci